V - VADO AL MASSIMO - VADO A GONFIE VELE
di Ivano Mascagna
Ivano Mascagna
20 Novembre 2024
Vado al Massimo - Vado a gonfie vele
Parto dal confino a cui ci ha costretti il covid per evidenziare l’importanza dei film visti, amati, goduti, gustati, apprezzati solo ed esclusivamente al cinema.
Quante volte ho detto che durante il lockdown in tv ho guardato, in due anni, quattro al massimo sei film. Quella scatola elettronica non mi attrae, al limite potrei concedermi film italiani del passato, che ho già visto; assorbire la novità attraverso il televisore mi costa troppa fatica.
Il cinefilo di casa, che sarebbe mio figlio, guarda quasi esclusivamente film in lingua originale, con trame che io trovo depressive. Anche lui apprezza la visione nelle sale, ma visto il poco tempo e denaro se li gode in televisione, dove ha un abbonamento a una piattaforma di cinema indipendente.
La sua passione per il cinema viene soddisfatta ogni anno in occasione del Torino Film Festival e del Festival del Cinema Ambiente, dove svolge servizio come volontario.
Quando siamo potuti ritornare nelle sale, grazie al vaccino che ci ha muniti di green pass, a dicembre 2021, al cinema Massimo io e Ornella abbiamo contemplato 13 film in un mese, facendo un abbonamento per la sala tre.
Ho utilizzato il termine contemplare proprio per sottolineare l’aspetto raccolto della sala cinematografica che è “sacra”, una chiesa laica. Ovviamente mi riferisco ai cinema d’essai, dove si va quasi sempre per gustare un film e non popcorn o per riempire un pomeriggio.
La dilagante programmazione di film in televisione ha contribuito alla chiusura di molti cinema:
al BERNINI grande emozione mi suscitò L’inquilino del terzo piano;
allo STAR la visione di Marcia trionfale mi scoraggiò non poco nell’affrontare il servizio militare dopo pochi mesi;
all’ARCO apprezzai la raffinatezza di Garofano rosso con un giovanissimo Miguel Bosé;
allo ZETA scoprii Andie MacDowell in quel capolavoro che è stato Sesso, bugie e videotape;
allo STUDIO RITZ mi commosse Il segreto del bosco vecchio con un insolitamente poetico Paolo Villaggio;
all’AMERICA Gatti rossi in un labirinto di vetro mi turbò con una affascinante Martine Brochard;
all’ELIOS Il medico della mutua suscitò risate con l’impareggiabile Alberto Sordi;
al CORSO, con Terremoto, ho tremato con gli effetti sonori che accompagnavano le terribili immagini;
all’ADUA La leggenda del santo bevitore mi commosse con la sua spiritualità;
al PRINCIPE di Collegno Taxi Driver e Qualcuno volò sul nido del cuculo: Robert De Niro e Jack Nicholson hanno lasciato il segno nella mia formazione, in due dei più bei film degli ultimi cinquant’anni;
allo STAZIONE di Collegno Il laureato, con l’indimenticabile colonna sonora di Simon e Garfunkel, mi ha fatto sognare;
al ROMA di Grugliasco Per le antiche scale, ambientato in un manicomio, è stato molto toccante vista la vicinanza con i veri ex manicomi di Grugliasco e Collegno.
Un ricordo lontanissimo, ma molto vivo, riguarda la sala parrocchiale NOSTRA SIGNORA DEL SACRO CUORE DI GESÙ, dove la domenica pomeriggio applaudivamo nel vedere i “bianchi buoni” sterminare i “selvaggi pellerossa” e, tra il primo e secondo tempo: patatine, popcorn e liquirizia a gogò.
La tragedia del Cinema Statuto, che ha segnato la storia di Torino con 64 vittime, ha contribuito sicuramente ad allontanare per un lungo periodo le persone dai cinema. Quelle vittime non erano persone famose, ma semplici cittadini, e mi chiedo perché il Comune di Torino non abbia pensato di ricordarle almeno inserendo i loro nomi sulla targa che compare a pochi metri dal supermercato che oggi sostituisce il cinema.
C’è chi va al cinema per divertirsi, chi per commuoversi, chi per provare qualche brivido...
L’importante è recarsi in una sala, dove il mormorio, le risate, le emozioni collettive rendono meno anonime le persone sedute intorno a noi.
Qualche anno fa, al cinema Eliseo, abbiamo respirato qualcosa di irripetibile nel vedere la storia di Stanlio e Ollio nella fase crepuscolare della loro carriera: la sala era piena, un’unica emozione accomunava noi spettatori, riportandoci indietro di tanti anni.
Inoltre, uscendo di casa, possono succedere tante cose: un incontro inaspettato, qualche novità offerta dal percorso.
Nel rapporto tra me e Ornella, il cinema ha avuto uno spazio rilevante nelle nostre prime uscite insieme.
In autunno e in inverno, due o tre volte la settimana “andavamo al Massimo!” e, “a gonfie vele”, tornavamo a casa a piedi, commentando e confrontandoci sul film appena visto.
Che piacere, la sera, l’ascolto di Hollywood Party su Radio Tre dal lunedì al venerdì, dove vengono intervistati attori, registi, sceneggiatori, doppiatori, costumisti ecc.; dove si ascoltano brevi frammenti di film, colonne sonore… insomma, tutto ciò che ruota intorno al mondo del cinema, trasmesso in modo divertente dai conduttori, ovviamente appassionati come me.
In questa trasmissione, in occasione dei vari festival — Berlino, Torino, Venezia, Cannes, Roma — posso scoprire film importanti di ogni parte del mondo, e sogno di poterli vedere tutti, ma ovviamente solo in sala!!