C - CORAGGIO

di carla baudino


di Carla Baudino
CORAGGIO


Quando incontri una persona, se questa s'accorge che sei triste, preoccupata, che il tuo viso mostra angoscia, la prima cosa che a parecchi viene spontaneo dirti è: "Fatti coraggio!".

Sì, va bene, è un bel dire ed ha anche il vantaggio di essere ma come faccio a farmi coraggio? Dove trovo questo coraggio per farmi forza?

Allora comincio a pensare, а mettere a fuoco quegli atti di coraggio che di volta in volta si sono affacciati nella mia vita. Coraggio vorrà forse dire riscaldare un bel quarto quarto di latte, spruzzarci sopra del cacao in polvere e inzupparci un biscotto? Ma che vado a pensare? NO, certo no: non mi sembra che ci voglia coraggio per far questo. Allora vado a cercare qualcos'altro.

Vorrà, invece, dire che sei appena uscita di casa, piove t'accorgi di aver dimenticato l'ombrello? Rientrare e recuperare l'ombrello non mi sembra che cambi il corso della storia, ma solo un gesto di buon senso.

Vado ancora avanti, sempre meno convinta, cercando qualcosa che mi aiuterebbe a capire cos'è il coraggio; magari dai e dai riuscirei finalmente a ricordare un atto che potrebbe essere inteso come coraggio.

Continuo ad interrogarmi, e continuo a scontrarmi con delle banalità (coraggio è attraversare la strada tra lo sfrecciare delle macchine o con il semaforo rosso? Coraggio è bere acqua ghiacciata sapendo che può provocarti un blocco intestinale? Coraggio è dire a uno dei tuoi figli che quella strada non ha via di uscita), ma che mi viene in mente?! Forse è meglio lasciar perdere col cercare di dare un senso alla parola coraggio.

Alcune piccole cose, però, mi sembrano degne di essere discusse.

Quando senti forte la necessità di dire la verità, anche se non richiesta, e anche contro il pensare comune, forse è coraggio.

Potresti accorgerti che non fa bene a chi la dici la verità, ma soltanto che fa bene a te stessa, perché è un atto coraggioso esporre quel lato che per tanto tempo hai tenuto celato persino alla tua immagine riflessa in uno specchio.

Ecco, dire la verità a se stessa.

Quando hai il coraggio di soffermarti a guardarti allo specchio e non ti riconosci più in quelle sembianze, questo è coraggio. Ti vedi diventata vecchia, hai il volto allo specchio: sei segnato da un rivolo di rughe, gli occhi non brillano più, vorresti fermarti qui perché già basta, ed è anche inutile dire che ne avanza.

Ma nonostante ciò non ti ritrai: continui a guardarti allo specchio per scoprire qualcosa di te che le tante volte che lo hai fatto non hai mai voluto vederti fino in fondo: bene, questo potrebbe voler dire che hai coraggio, forse anche da vendere.

Il tempo fugge veloce, ed è sempre così poco per simili introspezioni. Vedere la realtà significa essere ad un passo dal fare un atto coraggioso; non bisogna fuggire per paura di soffrire. Insomma, un certo coraggio aiuta ad accettare anche gli sbagli, le mancanze, forse anche le meschinerie; aiuta, soprattutto, a guardare avanti con la consapevolezza di non avere lasciato alle spalle troppe domande, la risposta alle quali non ti sarebbe piaciuta.

Coraggio, coraggio, coraggio... E se uno non avesse le risorse per darselo questo benedetto coraggio e non sapesse cosa fosse? Aveva un bel dire quella persona "fatti forza", unica cosa che nel momento del bisogno senti di non avere. E se per darti coraggio avessi bisogno di una persona accanto, di un amore, di una amicizia che ti sostenessero per darti forza che poi potrebbe trasformarsi in coraggio?

Purtroppo quando si compie un atto coraggioso si è sempre soli. È un sentimento intimo che nasce dal profondo e questo stesso atto potrebbe magari un giorno portarti a dire a quella stessa persona che, accortasi del tuo dolore, ti aveva detto quell'unica frase possibile per lei in quel momento. Oggi, rincontrandola le direi: "Lo vedi che mi sono fatta coraggio?". Certo, sono andata avanti, non mi sono mai fermata.

Quando sulla nostra via incontreremo persone sofferenti che, anche se non lo dicono, cercano conforto, proviamo a mandare loro questo messaggio: "Fatti coraggio".

È un buon viatico.

Post Scriptum: Nella gran confusione dei vari tipi di coraggio, forse ho dimenticato quello che, arrivata a questo punto, mi appare il massimo tra tutti: quello, cioè, di leggere queste contorte considerazioni davanti alla platea dei miei allucinanti amici, come ho fatto fino ad ora.

Il coraggio supremo, il coraggio, insomma, dell'incoscienza.

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