D - DISTRETTO CULTURALE
di grazia berardinelli.
Grazia Berardinelli
Mercoledì 19 marzo 2025
Distretto culturale
I distretti culturali sono un modello organizzativo culturale di un territorio costituito da uno o più Comuni, con interessi culturali improntati al miglioramento e alla valorizzazione delle specificità locali, attraverso la ricerca di strategie utili.
Fino a qualche decennio fa, le aree periferiche destinate all’insediamento industriale dominavano la scena urbanistica con una serie di capannoni, torrette e fumaioli, strutture in cemento, depositi di lamiere, plastiche, contenitori maleodoranti.
Il tutto avvolto da una compatta coltre di smog nerastro, inquinante e dannoso per l’ambiente e per l’uomo.
Piccole e medie imprese erano dislocate su ampie zone, caratterizzando quello che l’economista Alfred Marshall definiva il distretto industriale.
Oggi, la maggior parte delle lavorazioni chimiche e metalmeccaniche si sono trasferite all’estero. Le vecchie strutture abbandonate sono diventate scheletri fatiscenti, discariche a cielo aperto, tane di randagi e malviventi.
Qualche lungimirante ha cercato di recuperarle con iniziative speculative, cui far convergere — tutti i giorni e a tutte le ore — masse anonime di persone.
Vedi i grandi insediamenti dei super mega poli commerciali, dove poter acquistare derrate di alimenti, abbigliamento, mobili, prodotti plurimi per la casa, i luoghi di intrattenimento pseudo-culturali e per la ristorazione, ai danni di piccoli negozi e cinema scomparsi nei centri cittadini.
Purtroppo, alcune aree distrettuali assolvono solo il bisogno di reclutare masse consumistiche a vantaggio economico di pochi.
Da alcuni anni è in atto un interesse artistico-culturale per le aree industriali dismesse, sia da parte di privati che da enti ed istituzioni che hanno indetto concorsi e gare di appalto per progetti di sviluppo e riqualificazione.
A Torino, da qualche decennio, si va verso questa direzione.
Ricordo già oltre quarant’anni fa la compagnia Stalker Teatro di Gabriele Boccacini, promotrice di progetti di recupero sociale e culturale in quartieri-ghetto come Le Vallette, Barriera di Milano, Falchera, operando in scuole e chiese dismesse.
Oggi è stabile nel Teatro a Le Vallette, favorendo la formazione permanente e spettacoli gratuiti.
Nell’area ex Fiat di Torino del Lingotto è in sviluppo un grande distretto culturale, che ospita la Fiera del Libro, l’Auditorium, il centro Congressi, ecc.
Più recentemente sono nati, nei quartieri periferici Barriera di Milano, Vanchiglia, La Barca, nuovi musei e gallerie d’arte: Lavazza, Ettore Fico, Sandretto Re Rebaudengo, che promuovono l’Arte Contemporanea con giovani artisti.
Interessante il loro contributo di ricerca, formazione e aggregazione, anche attraverso laboratori creativi per studenti e famiglie.
Oggi, le grandi città industriali hanno bisogno di elaborare organici progetti di ristrutturazione e riqualificazione, alla luce del degrado globale urbanistico e sociale odierno.
A tal fine, occorre una progettualità intorno a un tavolo di lavoro multidisciplinare, che coinvolga esperti responsabili e seri di settore: dagli antropologi ai sociologi, dagli psicologi agli urbanisti, fino agli economisti, che insieme agli amministratori politici possano elaborare interventi seri ed efficaci.
È necessario ricostruire il tessuto umano in un distretto culturale che restituisca dignità e qualità agli abitanti di tutti i quartieri, anche di quelli ghettizzati ai tempi della industrializzazione selvaggia.
La riqualificazione degli spazi cittadini deve essere uno dei valori fondamentali di un territorio, di cui deve farsi carico soprattutto la Città di Torino, in sinergia con i comuni limitrofi ed enti privati, per migliorare la vivibilità e la redistribuzione equilibrata degli individui sul territorio, onde evitare isolamento o sovraffollamento.
Da segnalare il recente grande progetto della Città di Torino di riqualificazione della storica Manifattura Tabacchi e aree adiacenti, compresa l’ex Fabbrica F.I.M.I.T., in area Nord-Est tra Po e Cimitero Monumentale.
Questa è destinata a diventare un Polo multifunzionale universitario e archivistico, con servizi per studenti, creazione di spazi verdi e costruzione di una nuova linea metropolitana, a beneficio anche dei residenti.
Mi auguro che l’uomo ritrovi la propria umanità nell’uso — e non nell’abuso — del territorio e della natura, e soddisfi i suoi bisogni di crescita.