z - LEMMI CON LA ZETA – ZORRO!
di carmela como.
Carmela Como
13 marzo 2025
Lemmi con la zeta – Zorro!
Ho scelto a caso lemmi con la zeta per comporre frasi, giochi di parole e nonsense. E mi sono immaginata dove mi portasse la mia fantasia nel comporre, generando frasi che diano alla Zeta e allo Zero possibilità di passare in prima fila. Con la zeta si comincia, con lo zero si finisce.
Zeta in sé contiene nomi, verbi e aggettivi, voci sorde o sonore che nel teatro del bel canto col tenore si incontreranno! La zeta e lo zero sembrano proprio fare al caso mio. Voglio ripartire da zero e tracciare con la zeta un bel segno che tagli a fette tutte le cianfrusaglie della mente. Ultimo viene primo, se Zero sta in compagnia. Basta l’uno, a cui fa da primo.
Lo zoccolo, se duro, si può sempre modellare con lo scalpellino, da cui poi esce uno zufolino. Dalla zattera alla deriva si può sempre galleggiare, basta portare i pattini. Zampone: lo zampone di Capodanno con la slitta lo sto cercando. Da uno spiffero di cucina esce fuori una manina con zampon e crinolina.
Zampa: hai due zampe d’elefante di color grigiobruno che si intonano con la blusa verdebruno. Zappare: zappa zappa allegramente, che d’estate tutto rende — finocchietto e cavolfiore, cavoletti e buon umore.
Zabaglione: uovo e zucchero mischiati senza albume inframmezzato. Gira e rigira, di rivolta esce fuori un bel composto. Un guazzabuglio di mescolanza potrebbe essere ciascun prodotto di frullato diluito con marsala o rum o vinsanto. Caldo o freddo non importa: zabaione sarà ben gustato. Se dalla crema si passa al dunque, di composti di parole, accozzaglia di idee ed espressioni, che bel libro abbiamo realizzato di fandonie e vuoto fritto.
Zeidarima: giovincella baldanzosa sopra i trampoli riposa, se ne va di qua e di là, lungo il vialetto. Di gerani e di girini coglie tutto con le manine. Zorro, volteggiando sulle tegole all'assalto dei nemici, zitto zitto, con il ciuco, la sua corsa ora finisce a salvar la bella ciuca!
Tra zucca e zucchine, un risotto sopraffino innaffiato con cognac e profumato di zenzero. Sul piatto, adagiato con ciuffetti di prezzemolo dai risvolti colorati, ecco a voi una prelibatezza da zuccar!
Caro Zorro, ti scrivo perché sono incazzata nera! Ti prego, non richiamarmi per le volgarità. Sento che lo stai pensando. Per te ho sempre avuto tanta ammirazione: il salvatore delle pulzelle. Quando tutto nel saloon sembrava perduto, ecco il cattivo abbattuto. Di tetto in tetto, per sfuggire alle ire dei beffati, inseguito dalle guardie prezzolate, un rifugio sicuro tra le braccia della bella innamorata è trovato.
Ora che a piene mani l’elogio è passato, ascolta attentamente le denunce e le proposte che ho da fare. Per uscire dal torpore, dalla rassegnazione acritica delle masse anonime e indifferenti, dalla sindrome dei complotti e complottini, dalla difesa anacronistica e antistorica della razza e della nazione, dal binarismo identitario maschio/femmina, dalla contrapposizione tra pubblico e privato, dalla paternalistica “ai miei tempi” — e tanto altro — vorrei che ti ergessi a Paladino di Crociata per ribaltare il Male in Bene.
Con la tua autorevole forza persuasiva, con il tuo carisma, con il bastone di Francesco, come un monaco in cerca per campagne e città, la tua sveglia devi portarla: di racconti e di visioni di mondi nuovi da realizzare.
Un cartello valga per tutti: la razza umana, senza ricchezza e povertà, benefattrice di Solidarietà senza confini.
Se questo sarà, caro Zorro, la tua missione trionferà.