R - ROSPETTO BIANCO

di monica resta.

 


ROSPETTO BIANCO

di Monica Resta





Juan e María si prendevano cura di un giardino tropicale così grande che a me sembrava non finire mai.

Frutti succosi dai mille colori, platani, cocchi pendevano dagli alberi rigogliosi, che si muovevano e parlavano quando arrivava il vento.

Juan rastrellava le foglie cadute. María lo aiutava a metterle nei bidoni.
Dal platano scendevano foglie enormi, ovali, che sembravano piccole barche. Ci si poteva accomodare dentro e, con la fantasia infantile, partire per i mari dei Caraibi in un cayuco¹ di foglia di platano.

Il caldo era torrido, umido. A fine giornata, dopo giochi, corse e salti, la nostra pelle diventava marrone tostata — quasi come quella di Juan e María.
Ma lui continuava a chiamarmi: Rospetto Bianco.
Allinizio facevo il broncio. Poi gli regalavo un sorriso.

Mi nascondevo dietro qualche cespuglio, convinta di non essere vista.
Juan faceva finta di non vedermi. María anche.
Poi arrivava il momento in cui lui alzava la voce, divertito:

ROSPETTO BIANCO! Dove sei? La mamma ti sta chiamando!

María allora mi prendeva per mano e mi metteva in una tinozza per lavarmi.
Le sue mani ruvide e affettuose sono state un abbraccio potente che mi ha accompagnato per tutta la vita.

Ricordi lontani di un Rospetto Bianco che non capiva perché era bianco e non poteva rimanere scura come gli altri bimbi di quel posto.


¹ Cayuco: piccola canoa usata da pescatori e popolazioni indigene a Panama.

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